Ma davvero vuoi leggere qui, su questo sito, che cos’è il paramotore?
Hai le idee confuse e non sai bene come funziona questa macchina volate? A seguito riportiamo la descrizione di wikipedia ma non siamo così convinti che quello che leggerai possa del tutto chiarirti le idee.
In definitiva se l’elica attaccata ad un albero motore con qualche vite guarda verso il basso è un tagliaerba (e quella non è un’elica ma una lama) ma non hai tutti i torti ad aver pensato ad un paramotore perché c’è in effetti un motore che si avvia a strappo. Ecco il paramotore si indossa come lo zaienetto del decespugliatore ed ha un’elica che gira e fa aria…parecchia aria…
Siccome pesa un pochino, tipo 22kg iva inclusa, certe persone, dette Piloti, preferiscono montare il tutto su tre ruote e quello si chiama paracarrello…altrimenti detto trike ed anche lui fa parecchia aria.Anche coloro che non usano le ruote, la maggioranza, sono Piloti. Entrambe usano una vela, tipo una vela da parapendio..che vola e li manda su, tanto più su quanta più aria fanno.
Vela + motore = felicità. Questa è la formula della felicità perché volare è davvero una cosa meravigliosa e se verrai a trovarci ti spiegheremo come si fa! Chiamaci!
Per informazioni sull’apprendimento consultate la sezione
oppure visitate il sito www.scuolavolo.org
Cos’è il paramotore : Da Wikipedia – l’enciclopedia libera
Il parapendio a motore o, più semplicemente, paramotore, nasce come apparecchio aerosportivo alla fine degli anni ottanta. Similmente alla evoluzione del deltaplano da volo libero cui, nel 1979, vennero applicate le prime motorizzazioni, all’ala flessibile (chiamata anche vela) del parapendio fu abbinato l’uso di un propulsore, che consente il decollo in pianura liberando il pilota dalla necessità del decollo da pendio. Il motore, con relativa elicapropulsiva, è alloggiato su di un telaio che è collocato a mo’ di zaino sulle spalle del pilota. Al telaio è anche agganciata la velatura tramite due moschettoni collegati alle bretelle della vela. Il pilotaggio è in tutto simile a quello del parapendio da volo libero.
È il mezzo volante più economico e pratico esistente attualmente. Ha avuto, come logico, la massima diffusione nelle zone con vaste pianure. L’Italia è leader mondiale nella sua produzione, anche se la diffusione maggiore è negli USA e in alcuni stati europei come la Francia e la Spagna. La sua attività agonistica è gestita e regolamentata dalla FAI (Fédération Aéronautique Internationale) nella categoria Microlight-New Classes e partecipa alle competizioni internazionali come categoria a sé stante. Negli ultimi anni anche alcune Forze Armate si sono dotate di questo mezzo per i loro reparti speciali.
Il paramotore, nella versione più semplice e più conosciuta, permette il decollo e l’atterraggio con una semplice rincorsa a piedi (PPG) e, con opportuni accessori, può permettere il trasporto di un passeggero o di un allievo per l’istruzione. Una variante del paramotore, chiamata paracarrello, è dotata di ruote che sostituiscono la necessità di correre a piedi, a scapito però della semplicità costruttiva, della trasportabilità e della leggerezza.
I motori del paramotore sono a due tempi, preferiti per il miglior rapporto potenza/peso, con cilindrata compresa tra gli 80 ed i 250 cm³, in grado di esprimere potenze dai 13 ai 30 hp. Abbinati ad un’elica dal diametro tra i 60 ed i 130 cm, la spinta statica è compresa tra i 30 e gli 80 kg. Il paracarrello è un mezzo più pesante, a volte dotato di motori a 4 tempi e le potenze possono arrivare a 50 Hp.
Può viaggiare a velocità comprese tra i 20 ed i 65 km/h, quindi con tutti i vantaggi e gli svantaggi del volo lento. È, infatti, in grado di decollare ed atterrare in spazi limitati, dell’ordine di pochi metri e può tranquillamente effettuare voli radenti. Per la legislazione italiana è considerato un apparecchio per il Volo da Diporto Sportivo (VDS) provvisto di motore, che è regolamentato dalla Legge 106/85 e suoi Decreti applicativi. DPR_133